Le rocce, quanti tipi ne esistono?

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Oggi analizzeremo l’affascinante mondo delle rocce, uno degli elementi naturali più abbondanti sulla faccia della terra e che possiamo incontrare un po’ dovunque; ovviamente, a seconda dell’ambiente naturale in cui ci troviamo, della sua conformazione dovuta a fattori primordiali, e della sua trasformazione dovuta invece a fattori ambientali e fenomeni climatici, ci imbatteremo in diversi tipi di rocce, ognuna delle quali con caratteristiche e proprietà ben definite che cercheremo oggi di osservare più da vicino.

Attenendoci alla pura definizione scientifica, una roccia è un insieme naturale di minerali, con l’unica differenza che essa non è definibile con una formula chimica, cosa che invece si può fare con i minerali, e ciò perché esse in realtà non hanno caratteristiche chimiche ben definite, in quanto sono appunto per la maggior parte rocce eterogenee, ovvero costituite da un insieme di più minerali. E’ anche vero che esistono specie di rocce classificate invece come omogenee, ma contenendo al loro interno un unico tipo di minerale con le stesse caratteristiche, sono praticamente considerate dei minerali impuri.

Come vengono classificate le rocce

Basta solamente pensare a quanta vita ha il nostro pianeta, quanti fenomeni naturali come glaciazioni, terremoti, eruzioni, innalzamento delle maree, ha vissuto ed assorbito sopra e sotto la propria crosta, e quanti sono ancora oggi gli agenti atmosferici che sono capaci di modificarne la conformazione (alluvioni, siccità, violente perturbazioni), per comprendere quanto possano essere diversi tra loro gli scenari naturali che si possono incontrare in diversi punti del nostro pianeta.

Andiamo adesso a dare uno sguardo ai criteri secondo cui vengono classificate le rocce; oltre alle caratteristiche principali che possiede un determinato tipo di roccia, che come abbiamo visto sono strettamente legate al minerale che ne costituisce la maggior parte, ci sono anche altre caratteristiche e proprietà che ne determinano la relativa classificazione: permeabilità, consistenza e dimensione delle particelle, percentuale delle impurità presenti al suo interno, e tante altre; cerchiamo insieme di analizzarle più nel dettaglio per saperne un po’ di più.

Principali categorie in cui si suddividono le rocce

E’ talmente vasto e complesso il panorama della geologia e dello studio dei suoli e delle rocce che troviamo una prima divisione di queste ultime in tre grosse categorie, all’interno delle quali come vedremo ne esistono ancora delle altre che vanno un po’ più nello specifico.
Le tre classi primarie in cui si suddividono le rocce sono: sedimentarie, metamorfiche ed ignee (o magmatiche); le rocce sedimentarie sono quelle che si generano per accumulo di detriti organici e inorganici e sali minerali, le rocce metamorfiche sono rocce sedimentarie o magmatiche che nascono con determinate caratteristiche, ma che poi si trasformano perché sottoposte a condizioni di pressione e temperatura diverse da quelle in cui esse stesse hanno avuto origine, mentre le rocce ignee (o magmatiche) sono quelle che si formano conseguentemente al processo di raffreddamento e solidificazione della lava. Ci sono ad ogni modo anche tanti altri fattori che concorrono nella conformazione di un particolare tipo di roccia, ed è per questo motivo che sono state create delle sottocategorie.

Le sottocategorie delle rocce

Le rocce sedimentarie si suddividono a loro volta in tre sottocategorie che sono: le rocce di deposito chimico, (come ad esempio il gesso), risultanti dalla evaporazione di tutte le particelle d’acqua in esse presenti e dal conseguente accumulo dei sali disciolti, le rocce organogene, formate per effetto della sedimentazione di organismi viventi e parti dure, e quelle clastiche (le più diffuse su tutta la superficie terrestre ricoprendo circa l’80% delle terre emerse), che nascono invece dallo smembramento di rocce preesistenti i cui sedimenti derivano a loro volta da accumulo di sedimenti di altre rocce metamorfiche trasportati e modificati da agenti atmosferici.

Le rocce metamorfiche sono invece, come già accennato, rocce nate come sedimentarie o magmatiche che hanno successivamente subito trasformazioni a causa della variazione di condizioni esterne come potrebbero essere la temperatura e la pressione, in grado di modificarne la composizione mineralogica interna (marmo e alabastro ne sono due esempi); di più facile intuizione è invece la definizione di rocce ignee che, come appunto suggerisce la radice latina del termine (ignis=fuoco), sono la risultante di un processo di raffreddamento e solidificazione del magma o della lava e che a loro volta potrebbero avere altre caratteristiche in quanto provenientei da un altro strato della crosta terrestre.

La superficie terrestre abbonda di granito

Si chiama così perché il suo nome deriva dal latino granum, dovuto appunto al suo aspetto ‘granulare’ e nasce come roccia ignea intrusiva, formatasi cioè in seguito alla lenta solidificazione di un magma che si è introdotto nella roccia stessa ad una profondità compresa tra i 2 ed i 50 km sotto la crosta terrestre. La sua origine lascia ancora oggi molte incertezze tra gli studiosi, tra i quali c’è chi sostiene che esso si sia generato come conseguenza di un processo di cristallizzazione frazionata, e chi invece è convinto che non sia altro che una roccia plurimetamorfica, che ha subito cioè nel corso dei secoli varie trasformazioni in diverse condizioni di temperatura e pressione ed a varie profondità.

Moltissime sono le rocce granitiche presenti in Italia, specialmente nelle Alpi, sull’Aspromonte in Calabria, ed in Sardegna, e c’è da dire che questo tipo di roccia risulta anche essere la preferita per molti arrampicatori e scalatori grazie alle sue proprietà di aderenza ed ai suoi affascinanti anfratti naturali e fratture interne, bellissimi e molto suggestivi alla vista, ma anche abbastanza facili da scalare.