Talvolta dimentichiamo che, oltre a ciò che vediamo coi nostri occhi sulla terra, esiste anche un’altra realtà sconosciuta, ovvero quella che si trova al di sotto della superficie terrestre; basta soltanto pensare per un attimo ad un qualsiasi posto pieno di grotte ed anfratti, caverne, spelonche, o pozzi naturali super profondi visto in superficie, che immediatamente sorge la curiosità di sapere se sott’acqua è possibile incontrare gli stessi scenari oppure no. La risposta è si, e sono anche tantissimi; quasi in ogni angolo del pianeta ci sono grotte e caverne, e se sono presenti in superficie lo sono certamente anche sotto il suo livello.
Verrà senza dubbio in mente la ormai famosissima fossa delle Marianne, situata nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico tra Giappone, Filippine e Nuova Guinea, che con i suoi 11.000 metri di profondità comanda la classifica delle grotte subacquee più profonde al mondo, ma oggi parleremo invece di un’altro tipo di grotte subacquee, ovvero non quelle formatesi naturalmente in depressioni oceaniche, bensì quelle che forse un tempo facevano parte delle ‘terre emerse’ e che poi nei secoli si sono riempite d’acqua, enormi buchi che prendono il nome di pozzi naturali. L’Abisso di Hranice è una di esse, ed oggi cercheremo di conoscerlo un po’ più da vicino. Buona lettura!
Collocazione geografica della grotta di Hranice
L’abisso di Hranice, da molti conosciuto anche con il nome di Macuska, è un enorme pozzo naturale che si trova sulle rive del fiume Becva, in Repubblica Ceca. Questa bellissima grotta sommersa ha una profondità massima esplorata di circa 475 metri, ed è situata in prossimità delle grotte di Zbrasov, che sono aperte al pubblico e quindi esplorabili tutto l’anno. Certamente nulla a che vedere con gli 11.000 della fossa delle Marianne, anche perché quest’ultima è una depressione oceanica, l’abisso di Hranice no. Ancora oggi non si conosce quale sia la profondità esatta dell’abisso di Hranice, e si sta tentando di proseguire negli scavi subacquei avvalendosi della collaborazione di speciali robots capaci di resistere alle proibitive condizioni esistenti sul posto; ci sono voluti 2 anni per arrivare fin dove si è arrivati, e le complicazioni sono state moltissime.
La caverna è stata scavata naturalmente dal basso verso l’alto, opera dell’acqua satura di anidride carbonica che ribolliva sul fondo, non fa dunque parte di quelle formatesi per accumulo di ‘infiltrazioni dall’alto’ di acqua piovana o comunque dolce. Lo speleologo subacqueo polacco Krzysztof Starnawski, colui che ha condotto la spedizione esplorativa fino ai 473,5 metri conosciuti, si è ripromesso di continuare con gli scavi e che forse presto riusciremo a sapere la reale profondità dell’abisso di Hranice.
Le varie esplorazioni effettuate
L’ingresso dell’abisso di Hranice si trova come detto in superficie, e la grotta è di origine carsica, con forma ellittica avente la parte più lunga che misura circa 110 metri, ed una larghezza di circa 50 metri; nella sua ‘parte asciutta’ si scende fino ad una profondità di circa 70 metri, poi si incontra un laghetto carsico sul fondo del pozzo, ed è proprio lì sotto che si accede alla grotta subacquea. L’acqua ha un’altissima concentrazione di acido carbonico le cui esalazioni sono fortemente tossiche, e può provocare anche gravi ustioni cutanee; sono queste le ‘condizioni proibitive’ di cui parlavamo prima, l’essere umano non può scendere lì sotto, bisogna chiedere aiuto alla tecnologia.
Pare che i primi tentativi di esplorare le profondità dell’abisso di Hranice siano stati fatti intorno al 1580, e che nel 1627 fosse già pronto un rilievo cartografico della zona; nel 1963 un gruppo di subacquei si fermò ad una profondità di 42 metri sotto la superficie del lago, ma non fu possibile proseguire con le indagini, poi nel 1980, grazie all’utilizzo di una speciale sonda, si riuscì a toccare quota -260 metri, ancora una volta senza riuscire a vedere il fondo. Molto più recentemente, il 27 Settembre 2015, lo speleosubacqueo polacco Krzysztof Starnawskisi è immerso personalmente fino ad una profondità di 200 metri sotto la superficie del lago, e da lì ha sguinzagliato il suo robot, che ha finalmente toccato fondo a -473,5 metri, ma si crede che la grotta continui a scendere ancora più in basso. Staremo a vedere.
Le grotte subacquee più profonde d’Italia
In quanto a grotte sommerse anche il nostro paese offre un discreto assortimento, e si possono trovare parecchi ambienti che offrono scenari subacquei tutti da esplorare; come sappiamo, le grotte subacquee possono essere marine o d’acqua dolce a seconda del contesto naturale in cui esse si trovano, ed in Italia ce ne sono di entrambi le specie. Nel Golfo di Orosei, nella provincia sarda di Nuoro, c’è una considerevole rete di grotte sottomarine che si intrecciano e comunicano tra loro; si trovano ad una profondità di pochi metri, ma la loro principale caratteristica è che si spingono nell’entroterra anche per chilometri, essendo il golfo adiacente alla catena montuosa del Gennargentu.
Anche la Campania offre posti meravigliosi che varrebbe davvero la pena esplorare se si è amanti di questo genere di avventura; a Capo Palinuro ad esempio, in provincia di Salerno e quasi al confine con Calabria e Basilicata, c’è tutta una serie di grotte sottomarine bellissime tra cui vale la pena citare la Grotta del Sangue, la Grotta Trombetta, la Grotta dei Monaci e quella delle Ossa.